Nasce nel 1941 a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa. La cittadella fortificata è nota per essere stata un conteso avamposto strategico militare, a causa dalla posizione sopraelevata che permetteva di prevedere e contrastare gli attacchi nemici. La seconda guerra mondiale e i bombardamenti delle fortezze volanti americane spingono la famiglia Rovini a cercare una regione più sicura verso il nord Italia, precisamente nella bella Venezia. Presso la città lagunare Giancarlo cresce, mette su famiglia e dopo quarant’anni di lavoro al porto commerciale perviene all’età pensionabile. Sin da giovane egli è appassionato di turismo in motocicletta, scopre così la bellezza delle Prealpi Vicentine, apprezzando nelle varie stagioni il fascino dell’Altopiano dei Sette Comuni, dei Monti Pasubio e Grappa. È durante una di queste passeggiate estive, sul finire degli anni Sessanta, che rinviene il primo reperto: il guscio di un elmo M15 austroungarico abbandonato tra le trincee del Monte Grappa, precisamente in Val di Mure. L’impreparazione per ogni basilare tecnica di restauro, lo spinge a pulire il metallo con metodi troppo invasivi, e a colorare il tutto con vernice nera lucida. Il rinvenimento comunque stimola in Giancarlo il piacere per la esplorazione di quei luoghi che sembrano riservare ancora molte sorprese a colui che guardava alla storia solo come ad una materia noiosa da studiare a scuola. Il periodo in oggetto è quello compreso tra la fine della ricerca attuata dai recuperanti veri e propri e l’inizio dell’era del collezionismo moderno. Dalla fine del primo conflitto mondiale è passato mezzo secolo, i raccoglitori hanno già fatto incetta di ghisa, acciaio e ottone abbandonati dagli eserciti, esperti sminatori hanno rischiato la vita, e talvolta l’anno pure perduta per qualche chilo di rame e piombo da rivendere alle industrie metallurgiche. Il recupero ha ripulito chilometri di linee fortificate, contese con scontri all’arma bianca, bonificato le valli da buona parte di granate inesplose e dalle bombe a mano. L’accaparramento tra le due guerre mondiali e pure dopo, negli anni Cinquanta, ha dato di che vivere a paesi interi, ma molto c’è ancora da scoprire. Se ne rende subito conto Rovini, che con la meraviglia e lo stupore tipici del principiante immagazzina oggetti in gran quantità, accumulando quello che poi diventerà una pubblica esposizione, sino ad oggi ammirata da migliaia si estimatori.